La Fiumara è un torrente che, prima di confluire nel fiume Alento, scorre in una piccola vallata ai piedi del versante settentrionale del Monte della Stella.
In epoca preromana la valle costituiva un’importante via d’accesso alla stessa valle dell’Alento, che metteva in comunicazione le città di Paestum e Velia.
Questa zona è caratterizzata da distese di ulivi e da terreni incolti di erica. I boschetti di cerro e il sottobosco di erica e biancospino sono l’ambiente ideale per un’avifauna che comprende le specie tipiche dei boschi e delle macchie: la ghiandaia, il merlo, l’occhiocotto, il piccolissimo fiorrancino; in inverno arriva in queste lande il tordo bottaccio, riconoscibile dalla melodiosità del canto.
A valle lo scenario cambia: la Fiumara che scorre verso il fiume Alento crea un ambiente più umido, dove crescono ontani neri e salici bianchi ma anche olmi campestri e ornelli; il sottobosco è ammantato di felci (felce maschio e lingua cervina) e, nei punti più asciutti, da mirti, lentischi e asparagi selvatici.
Nelle numerose pozze d’acqua che l’ombra degli alberi preserva dal prosciugamento si trova la rana appenninica e, tra i sassi levigati dalla corrente, scava la sua tana il granchio di fiume.
Lungo il pendio il continuo pascolamento del bestiame ha fatto assumere alle molte piantine di leccio un aspetto simile a bonsai, con fusti molto corti e tortuosi e foglie piccole.
Queste zone sono frequentate da molte bisce; non è difficile intravedere i segni lasciati dai cinghiali.
Ai bordi delle strade, banchi di roccia marnosa formano candide pareti nelle cui fessure si rifugia la lucertola campestre.
A 675 m di quota cresce il castagno, e il sottobosco è costituito dall’erica, da felci aquiline, pungitopo, biancospino e da cespugli ramosi di ginestra dei carbonai. Si trovano anche l’origano e il finocchio selvatico, che nascono ai margini del sentiero.
Dalla chiesetta di Santa Maria Vetere, a Lustra, incomincia quel che rimane dell’antica via lastricata che attraversava la vallata, mettendo in comunicazione Valle e Lustra.
Nelle poche aree coltivate su questo versante l’olivo è indubbiamente l’essenza più diffusa, insieme al fico e alla vite.
Le vecchie abitazioni rurali sono ora diventate ricovero per il bestiame; nella bella stagione si può ancora scorgere l’andirivieni delle rondini, che costruiscono nelle stalle e sotto i porticati i loro nidi di fango.